Negli articoli pubblicati sul nostro blog abbiamo posto l’attenzione sull’importanza di una corretta preparazione dei programmi di attività motoria adattata (AMA) dedicati alle persone con necessità speciali. Abbiamo sottolineato che il giusto equilibrio tra evidenze scientifiche e personalizzazione dell’esercizio potrebbe rappresentare la via da seguire per traslare nella pratica quotidiana i risultati della ricerca e perseguire il benessere delle persone. Sino ad ora abbiamo condiviso i protocolli di allenamento e i risultati finali di alcuni dei nostri studi, facendo solo brevi cenni all’attività di analisi della letteratura scientifica. In realtà, come detto in precedenza, la conoscenza e l’uso delle linee guida e dei consensi delle associazioni mediche è fondamentale.
In questo articolo, vi presentiamo parte di una revisione della letteratura relativa ad AMA e cancro (CA), invitandovi a utilizzare queste informazioni e a fare un altro passo sul ponte che unisce la teoria alla pratica.
Nelle ultime due decadi, è aumentato l’interesse scientifico sugli effetti della pratica dell’esercizio fisico (EF) nelle patologie oncologiche. In particolare, sono state indagate sia le relazioni dell’EF con l’etiologia (prevenzione primaria) che con la patologia conclamata (prevenzione terziaria). In prevenzione primaria, ci sono buone evidenze che dimostrano che l’EF riduce del 20-25% il rischio di CA al colon nei maschi e nelle femmine più attivi rispetto a quelli meno attivi. Esistono anche evidenze di un probabile effetto protettivo dell’EF sul CA al seno e sul CA all’endometrio, con una riduzione del rischio compresa tra il 20 e il 30%.
Evidenze preliminari suggeriscono anche un possibile effetto protettivo associato all’EF sul CA della prostata, dei polmoni e delle ovaie. Sebbene le evidenze per molti altri tipi di CA siano ad oggi limitate, è chiaro che potrebbero comunque esistere relazioni. Da notare che tali benefici si manifestano anche quando l’EF viene intrapresa in età avanzata. In prevenzione terziaria, numerosi studi osservazionali hanno dimostrato che la pratica dell’EF è associata ad una riduzione del rischio di recidiva e diminuisce la mortalità complessiva in molti gruppi di pazienti affetti da diversi tipi di CA: seno, colorettale, prostata e ovaie.
Tra le pazienti affette da CA al seno, la pratica dell’AF dopo la diagnosi è fortemente associata alla riduzione del rischio di recidiva e di morte per patologie CA correlate. Considerando la popolazione affetta da CA colorettale, importanti studi di coorte hanno trovato un’associazione inversa tra l’essere attivi dopo la diagnosi e la recidiva, la morte per la patologia e/o per tutte le altre cause.
BENEFICI DELL’ ATTIVITÀ FISICA
L’American College of Sports Medicine (ACSM) raccomanda che tutti gli adulti sani svolgano, oltre alle attività quotidiane, almeno 150 minuti alla settimana di EF a moderata intensità o 75 minuti di attività vigorosa o una combinazione equivalente delle due. È stato dimostrato che questi livelli di EF apportano notevoli benefici alla salute come la riduzione del rischio di morte prematura e di incidenza di contrarre varie forme di CA.
Le evidenze suggeriscono che maggiori quantità di EF potrebbero indurre una maggiore riduzione del rischio di sviluppare un CA. Sebbene la dose ottimale di EF necessaria a ridurre il rischio di CA sia sconosciuta, si ritiene che 300 minuti a settimana di EF svolto a moderata intensità o 150 minuti di attività vigorosa forniscano un’ulteriore protezione contro il CA. Ci sono limitate evidenze riguardanti la modalità di esecuzione dell’EF, ma è ragionevole presumere che i benefici si possano ottenere praticando sessioni separate della durata di 20-30 minuti ciascuna.
4) Forme ematologiche e forme trattate con trapianto di cellule staminali ematopoietiche (HSCT)
7) Cancro del tratto Gastrointestinale superiore
8) Cancro della testa e del collo
1) Cancro del Seno
Ci sono molte ricerche sugli effetti dell’EF nelle pazienti affette da CA al seno e numerose revisioni sistematiche sull’argomento. Una meta-analisi (MA) relativa a 717 pazienti, arruolate in 14 studi osservazionali controllati (RCT), ha evidenziato che l’EF ha apportato un miglioramento, statisticamente significativo, della qualità della vita (QOL), delle funzioni fisiche, del picco di consumo di ossigeno e ha ridotto i sintomi di affaticamento. Un’altra MA di 6 studi prospettici di coorte che includevano oltre 12.000 pazienti ha dimostrato che la pratica dell’EF post-diagnosi è stata associata alla diminuzione del 24% di recidiva, del 34% di rischio di morte per CA al seno e del 41% di morte per tutte le cause.
In questi ultimi anni sono nettamente aumentati gli studi in questo ambito ma nonostante questi promettenti risultati, resta impellente la necessità di RCT che indaghino gli effetti dell’esercizio fisico sulla prevenzione delle recidive e sulla sopravvivenza. Il linfedema rimane un evento correlato importante per le pazienti; tuttavia, l’attività aerobica e l’allenamento di resistenza parrebbero essere entrambi efficaci sia nel ridurne l’incidenza tra le donne ad alto rischio di svilupparlo che nel diminuire i sintomi e la gravità in quelle che ne sono già affette.
È consigliato un allenamento progressivo della forza, svolto indossando appropriati indumenti compressivi e sotto la supervisione di uno specialista dell’esercizio fisico.
2) Cancro dell’Endometrio
È la forma più comune di CA ginecologico e la quarta in assoluto tra le donne. L’obesità è un forte fattore di rischio per lo sviluppo del CA endometriale. Tra le donne affette da CA endometriale di tipo 1, la forma più comune, il numero di quelle obese si attesta tra il 70 e il 90 per cento del totale. Nessuno studio ha riferito il ruolo dell’alimentazione e dell’EF sulla prognosi del CA endometriale. Sebbene l’influenza dell’obesità sulla prognosi di questo CA non sia completamente chiarita, alcuni studi hanno dimostrato che un alto indice di massa corporea e uno stile di vita sedentario sono associati ad una scarsa qualità di vita (QOL) delle pazienti.
3) Cancro delle ovaie
Le attuali evidenze sono limitate e insufficienti per valutare sia il ruolo dell’EF, della dieta, della composizione corporea e dei cambiamenti di peso nella modulazione della malattia sia l’influenza dell’EF sul miglioramento della QOL delle pazienti. A oggi esistono consigli e indicazioni sullo stile di vita ma prima di emanare delle linee guida definitive, destinate alla popolazione generale sono necessari ulteriori studi.
4) Forme ematologiche e forme trattate con trapianto di cellule staminali ematopoietiche (HSCT)
Studi osservazionali hanno evidenziato che i livelli di EF delle persone affette da queste forme di CA sono bassi e generano conseguenze deleterie per la salute. Studi multifattoriali hanno valutato i benefici dell’EF in pazienti adulti e pediatrici. Revisioni sistematiche di studi effettuati sugli adulti riferiscono che l’EF può agire positivamente su: composizione corporea, livelli di forma cardiorespiratoria, forza muscolare, fatica, funzioni fisiche e QOL.
5) Cancro del Polmone
Questa popolazione presenta numerosi sintomi che limitano la capacità fisica e generano situazioni di sofferenza come dispnea, fame d’aria, ansia, debolezza muscolare, fatica e limitazione della capacità cardiopolmonare. Nonostante questi problemi, diversi studi hanno dimostrato la fattibilità di un intervento, basato sull’EF, dedicato a queste persone.
Una revisione sistematica di 16 studi ha dimostrato che i partecipanti ad un programma basato sull’EF pre-intervento chirurgico hanno riportato, immediatamente dopo l’intervento, miglioramenti della capacità fisica ma non della QOL relativa alla salute. Altri studi basati sull’EF successivo al trattamento standard dimostrano miglioramenti delle capacità fisiche, ma presentano risultanti discordanti dell’impatto sulla QOL. Per questo, altri studi sono necessari per questa popolazione.
6) Cancro della prostata
Molti pazienti trattati con terapia ormonale (ADT) presentano importanti cambiamenti della composizione corporea, quali osteopenia, sarcopenia e aumento del tessuto adiposo; tali modificazioni inducono debolezza muscolare, precoce affaticabilità e depressione. Numerosi studi hanno valutato l’effetto dell’EF, in particolare dell’allenamento di resistenza, in differenti momenti del percorso di cura. Una revisione sistematica di 9 studi sugli effetti dell’EF sui parametri riferiti alla salute ha evidenziato promettenti risultati sulla forma muscolare, le funzioni fisiche, l’affaticabilità e la QOL correlata alla salute.
Uno studio randomizzato, effettuato su 121 pazienti all’inizio della radioterapia, abbinata o no a ADT, ha inserito i partecipanti in due gruppi. Entrambi hanno effettuato le terapie tradizionali; in aggiunta, un gruppo ha svolto un allenamento contro resistenza, mentre l’altro uno di tipo aerobico. I risultati hanno evidenziato che l’allenamento contro resistenza ha influito positivamente su: affaticabilità, sia nel breve che nel lungo periodo, QOL, forma aerobica, forza degli arti e prevenzione dell’aumento di massa grassa.
L’allenamento aerobico ha agito positivamente sull’affaticabilità nel breve periodo e sulla forma fisica. Uno studio prospettico osservazionale, effettuato su una coorte di oltre 2700 pazienti affetti da Ca prostatico senza metastasi, ha trovato che gli uomini fisicamente attivi, impegnati in almeno 3 ore settimanali di EF vigoroso, hanno avuto una riduzione della mortalità di quasi il 50% per tutte le cause e del 60% per CA prostatico.
7) Cancro del tratto Gastrointestinale superiore
Pochi studi hanno indagato gli effetti dell’AF su queste forme di malattia e i risultati non sono stati completamente concordi. Evidenze suggeriscono che l’EF riduce il rischio di sviluppare neoplasie gastriche e pancreatiche. In particolare, uno studio prospettico, della durata di 9 anni, che ha coinvolto 420.449 partecipanti, ha trovato una associazione inversa tra neoplasia gastrica e tempo di pratica del ciclismo e dello sport.
Una revisione sistematica di 28 studi ha individuato una relazione diretta tra riduzione di rischio di cancro del pancreas e alti livelli di attività fisica, sia strutturata che relativa alle attività quotidiane. Tuttavia il ridotto numero di studi e i pareri discordanti portano alla necessità di ulteriori ricerche che consentano di chiarire con certezza il ruolo dell’EF.
8) Cancro della testa e del collo
Numerosi piccoli studi hanno dimostrato che l’EF può migliorare la funzionalità, ridurre il dolore e la disabilità ed essere correlato a una migliore QOL nelle persone affette da CA della testa e del collo.
Uno studio svolto su 52 pazienti affetti da Ca della testa e del collo, che ha comparato un programma di esercizi contro resistenza, svolti in maniera progressiva, al trattamento fisioterapico tradizionale, ha dimostrato che l’allenamento contro resistenza ha modificato, in maniera significativamente positiva, i livelli auto-riportati di dolore e disabilità della spalla, la forza e la resistenza degli arti superiori. Non si sono invece evidenziati miglioramenti significativi sulle menomazioni causate dall’intervento chirurgico, sull’affaticabilità e sulla QOL.
Articolo a cura del Prof. Luca Marin, Dottore Magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, Dottore in Fisioterapia; Direttore tecnico del LAMA, Università di Pavia; Professore a contratto presso il Corso di Laurea in Scienze Motorie dell’Università di Pavia, Docente e Tecnico FIPE.